Della sontuosa selezione orientale di quest’anno a Locarno (non di certo indegna dei festival più grandi) il bronzo che corrisponde al Pardo per la Migliore Regia è andato all’opera più astratta, certo conclusa e magicamente fluida, del coreano Hong Sangsoo, del quale sembra obbligo dire che perfeziona sempre il medesimo film. OUR SUNHI rappresenta l'ulteriore anello di un poeta dell’incomunicabilità sentimentale, dell’impossibilità di far coincidere il trascorrere del tempo con le esigenze non solo della seduzione, ma dell’amore.

Padronanza e grazia nella solita analisi dell'incertezza amorosa, della difficoltà di far coincidere la fiamma della passione: forse, il regista coreano trattava tutto ciò (con maggior entusiasmo) in passato?